venerdì 22 maggio 2009

LETTERA APERTA AL CONSIGLIERE GHIRINGHELLI

Egregio Consigliere Sergio Ghiringhelli,

sono uno tra quelli che, durante il consiglio comunale del 21 maggio, indossavano l’ormai famosa magliett(in)a che tanto scalpore e fastidio ha destato.
Non ci ho dormito tutta la notte perché ancora non comprendo quale sia il disagio che Le possano aver provocato le frasi impresse sulla mia gialla maglietta.
Ma vediamo se riesco in qualche modo ad alleviare il Suo disagio, anche per evitare di ferire, in un prossimo futuro, i Suoi sentimenti. Le spiego dunque perchè il sottoscritto ha indossato (e indosserà ancora) la maglietta che poco Le è piaciuta.
Partiamo dalla frase IO NON SONO PADANO.
In effetti io non sono sicuro di essere padano, dato che i miei genitori sono siciliani emigrati più di trenta anni fa in Lombardia.
Ora, non so quali siano le norme che regolino la cittadinanza della repubblica (o del regno, se Bossi verrà acclamato re Umberto I, soprannominato Quello Che Ce L’Ha Duro) di Padania, ma, se per le norme sulla cittadinanza padana vale lo ius soli, io sono cittadino padano, in quanto nato a Varese (che, se non erro, dovrebbe far parte dello stato di (fanta)Padania); se invece la legge padana prevede lo ius sanguinis, essendo figlio di immigrati siciliani, non dovrei essere considerato padano.
Comunque attendo da Lei copia del Testo Unico delle disposizioni concernenti la cittadinanza padana in modo da poter, eventualmente, correggere la mia maglietta con la scritta “io sono padano”, qualora risultassi essere cittadino della repubblica (o regno) di Padania. Per ora, rimango CITTADINO ITALIANO e basta.
Passiamo ora alla frase IO NON FACCIO LA RONDA.
Senza considerare che ancora (per fortuna) a Varese non ci sono le ronde e quindi non saprei, anche volendo, a quale iscrivermi, la ronda non riuscirei proprio a farla perchè non ho tempo.
Mi dispiace che Le dispiaccia di non avermi fra i suoi futuri rondisti, salvo che Lei ritenga di dover procedere al reclutamento coatto alle ronde (ma è cosa che si faceva in altri tempi, troppo bui e che Lei certamente non vorrà imitare).
Comunque nel caso dovessi trovare un po’ di tempo provvederò ad informarLa e a correggere la scritta con “io faccio la ronda” . A proposito, io preferirei militare, se possibile, nelle ronde che segnaleranno a chi di competenza le discriminazioni razziali e gli insulti a sfondo razziale che ogni giorno viviamo e sentiamo.
Mi rimane l’ultima frase: IO NON SONO RAZZISTA.
Non riesco a comprendere la ragione per cui si possa essere turbati da tale affermazione.
Mi sembra che la Nostra (mia, Sua e di tutti) Costituzione, all’art. 3, reciti: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Mi pare che anche la Costituzione sia d’accordo con me e la mia magliett(in)a e spero vivamente che anche la costituzione padana (attendo copia anche di questa) sia su questa linea.
Quindi mi spiace: potrò forse correggere le altre frasi della mia maglietta, ma MAI correggerò la scritta “IO NON SONO RAZZISTA”.
IO NON SONO RAZZISTA perché rispetto e amo la Costituzione italiana e mi spiace che questo possa aver turbato Lei nell’esercizio delle Sue funzioni di Consigliere del Comune (italiano) di Varese.

Cordialissimi saluti

Filippo Cardaci

3 commenti:

  1. Bravo Filippo, bravi tutti.
    Prenoto anch'io una maglietta.
    Alberto

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  2. Sono veramente contento che a Varese ci siano persone determinate a contrastare il fenomeno del razzismo.
    Avete tutto il mio appoggio.
    Cordiali saluti


    Franco Conti

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  3. ciao! le magliette sono geniali, è bello pensare che anche a varese ci sia un piccolo spazio(speriamo sempre piu' esteso) di umanità, vitalità, e sano anti-razzismo. è giusto disobbedire a questo pacchetto-vergogna prenoto anche io una maglietta=)

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